LocalShop24 - Kokusan Ryu Karate Cremona - Palestra e corsi di fitness a Cremona

Kokusan Ryu Karate Cremona

Palestra e corsi di fitness a Cremona

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Kokusan Ryu Karate Cremona
Via Decia, 43 Cremona CR Italia

Descrizione


Scuola di Karate fondata dal Maestro Montenero Raffaele.

STORIA DEL MAESTRO MONTENERO

L’avvicinamento alle arti marziali...

Alla fine degli anni sessanta, all’età di 15 anni, mi avvicinai alla pratica delle arti marziali con il Judo. Mi piaceva molto e soprattutto l’ambiente della palestra del grande M° Manara di Cremona del quale ho tutt’ora una grande stima e grande rispetto. Frequentai i corsi per circa un anno. Con l’avvento dei film orientali, rimasi affascinato dal Kung-fu e dal Karate. Mi iscrissi all’unica palestra Karate della città di Cremona del M° Lorenzetti, praticandola per circa un anno.

Il Maestro Simonetti

La partenza per il servizio militare mi portò a Livorno, nei Carabinieri Paracadutisti, dove conobbi il M° Carlo Simonetti, recentemente scomparso, al quale devo molta gratitudine come uomo, come maestro e creatore di grandi campioni. Sono rimasto legato, e lo sarà per sempre, a lui, alla sua famiglia e a tutti gli atleti del karate Livorno. Durante il servizio militare frequentai tutte le sere i corsi, cercando di attingere più possibile, da questa fonte inesauribile, le tecniche e le varie strategie di combattimento. Tornando a casa, nel 1976, dopo il servizio militare, aprii, a nome del M° Simonetti, dei corsi di karate nel mio paese per potermi allenare e rimasi legato agonisticamente a questo club per diversi anni. Da allora a oggi, per oltre quarant’anni sono stato il maestro di me stesso, pur rimanendo legato(per circa 15 anni), nonostante i duecentotrenta km di distanza, al maestro Simonetti.

La carriera agonistica

La mia carriera agonistica termina nel 1988 dopo aver conquistato undici titoli nazionali, tre titoli europei e diverse competizioni nazionali ed internazionali in diverse federazioni ed organizzazioni, nelle varie specialità di kumite e kata. Devo molto ai miei allievi, perchè nel correggere i loro errori, in realtà miglioravo i miei difetti. Durante la mia carriera agonistica ho imparato molto guardando gli altri gareggiare, studiando così le varie strategie nel combattimento e rubando con gli occhi quelle che a mio avviso erano le migliori tecniche per essere vincenti in entrambe le specialità. Ho conosciuto e gareggiato contro moltissimi campioni nazionali ed internazionali, con i quali ho tutt’oggi ottimi rapporti di amicizia e stima. Ho assistito ad alcuni stages dei maestri giapponesi, ma non ho mai voluto partecipare perchè li ho sempre considerati privi di interesse, impostati su allenamenti statici, ripetitivi negli anni e spesso dannosi per le articolazioni e la colonna vertebrale. Quello che doveva essere qualcosa di piacevole, in realtà lo vedevo noioso e limitante. I miei successi agonistici derivano tutti da un serio e costante allenamento, fatto di grandi sacrifici per migliorare sia la tecnica che resistenza e la forza fisica.

La nascita del Kokusan Ryu

Ho praticato lo stile Shotokan Ryu per circa quindici anni, ma col tempo, dedicandomi pienamente all’insegnamento, ho cominciato a vedere gli stili tradizionali monotoni e ripetitivi, ma soprattutto limitanti nella forma dei vari kata. Inoltre ho visto maestri che si spacciavano per capiscuola di stili fotocopia di altri, cambiando semplicemente nei Kata, i tempi di esecuzione o il modo di fare il saluto. Amareggiato da tutto questo e non avendo mai avuto un maestro guida, ho voluto realizzare uno stile che rispondesse al mio modo di intendere le arti marziali, fino a fondare il Kokusan Ryu (scuola di karate del maestro Montenero). Ho sempre pensato che il karate non dovesse limitarsi a semplici pugni e calci tirati con la massima forza, ma che non avesse confini tecnici e che l’atleta potesse esprimere nel gareggiare, il più alto valore tecnico possibile.

I kata del Kokusan Ryu

Ho ideato, come negli stili tradizionali, oltre trenta kata, ognuno con un suo preciso significato, curandone l’aspetto filosofico della strada intrapresa e soprattutto non simile a nessuno dei kata tra gli stili riconosciuti, dando un’impronta ben definita allo stile. Al contrario di quelli tradizionali, dove il bunkai risulta interpretativo e molto diverso da quello di esecuzione, i kata del Kokusan ryu nascono dall’insieme di numerose applicazioni di attacchi e difese in continua successione partendo, come gli altri, da un punto preciso, per poi arrivare esattamente allo stesso.

I limiti degli stili tradizionali

Ho assistito a certe gare nazionali dove nella categoria cinture nere vi partecipavano numerosi atleti bravissimi ma quasi tutti facevano lo stesso kata e con un altissimo livello, rendendo difficilissimo cosi,’ l’individuazione del migliore. Ho trovato (e lo trovero’ sempre finche’ non ci sarà un cambiamento radicale nel mondo del karate) molto limitante per gli atleti degli stili tradizionali dover essere giudicati non “per chi riesce a saltare piu’ in alto, ma bensi’, per chi saltameglio un ostacolo di 50 cm. Questo lo trovo molto limitante alle capacità reali di ogni atleta. Basta togliere il limite all’altezza dell’ostacolo da superare ed ecco trovato chi salta piu’ in alto. A mio avviso l’atleta deve essere giudicato per quello che fa vedere, passando attraverso deiparametri di difficolta’ obbligatori e nella durata dell’esecuzione imposti dalle varie commissioni tecniche federali. Solo cosi’ sarà piu’ facile per tutti gli arbitri giudicare chi veramente merita il titolo di campione. Naturalmente i kata presentati dovranno far parte di una scuola ben definita con a capo il loro Maestro ideatore e se richiesta all’occorrenza fare vedere l’eventuale applicazione. Già da qualche anno si vedono applicazioni dei vari Kata tradizionali che nulla hanno a che vedere con il Kata appena esguito. Non vi sembra, che questi atleti si inventino loro delle tecniche per rendere piu’ piacevole cio’ che hanno appena eseguito? Naturalmente diversi “maestri” hanno visto il Kokusan Ryu come un’insidia ai loro stili tradizionali, cercando di danneggiare gli atleti alle gare, attraverso i “loro” arbitri.

Ringraziamenti

Una nota di merito va a quei ragazzi atleti ieri ed oggi Maestri (Rebecchi Andrea, Bolzoni Nico e Del Gaudio Giuseppe, Maghella Gigi e tantissimi altri) che con grande spirito di sacrificio hanno ottenuto numerosi successi, sia nel kata che nel kumite, nelle gare delle diverse federazioni a cui hanno partecipato, vincendo anche diverse edizioni degli Europei e Mondiali IKF, WUKF, WKO e WTKA. Le società sportive che hanno aderito a questo mio progetto hanno ottenuto innumerevoli successi alle varie competizioni. Attualmente il Kokusan Ryu festeggia oltre trenta anni dalla sua nascita. Ringrazio le varie federazioni, organizzazioni e gli enti di promozione sportiva (Fe.k.d.a, Fesik,Fiam, Acli, Csi e Csen) che negli anni ‘90 mi hanno dato l’opportunità di iniziare e poter gareggiare con i miei ragazzi alle competizioni nazionali ed internazionali. Ringrazio in modo speciale tutto lo staff dei tecnici federali e degli arbitri della F.i.a.m del M° Ennio Falsoni ai quali sono particolarmente legato da amicizia. Oggi ringrazio la Fedika, l’Aks e la Cki alle quali sono legato da grande stima e amicizia nella loro dirigenza tecnica e federale. Ringrazio infine il Gruppo delle Marche che mi ha seguito per diversi anni ed il M° Ferjani Hamadi di Tunisi che, contro tutti, prosegue la sua opera di divulgazione dello stile in un mondo, ancora troppo legato alle tradizioni. Cio’ che ho scritto èsemplicemente la realtà dei fatti di oltre 40 anni da me vissuti intensamente nel mondo delle arti marziali. Quando iniziai lo stile dissi a tutti che cio’ che stavo facendo sarebbe stato l’inizio di un processo inarrestabile nel Karate. Continuai dicendo che tutti con il tempo avrebbero sviluppato un loro “stile”con delle loro “forme di combattimento immaginarie” (Kata) e che quello scetticismo si sarebbe trasformato in certezza e realtà. Vi sembra oggi non essere cosi’ nonostante qualche reticenza in alcune Federazioni,(non si sa il motivo), ancora troppo legate alle tradizioni? Cio’ che il “do” insegna affascina e rispecchia la vita che ogni uomo vero deve seguire e professare. Cio’ non toglie che sotto l’aspetto atletico di tutte le arti marziali e del karate in particolare ci sia un margine immenso di miglioramento. Chi seguirà questa mia corrente di idee non farà altro che fare del bene a questa meravigliosa arte Marziale. Osu!

Dicembre 2011
M° Montenero Raffaele

La descrizione è stata estratta dalla pagina Facebook dell’attività.

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